domenica 4 settembre 2011

via Gianturco

mattoni come cuscini
l'urina come acqua a via Gianturco
ciotole riverse al suolo ed un corpo profanato
anzi due

all'alba e' stato ritrovato
di un'altro uomo con la tuta addosso
sudario di cotone rosso
le fabbriche tufacee a fischiare vento
i treni custodi dell'amianto
e i cani come coperte calde
e' un terremoto di cento metri almeno
per un'altezza di dieci in su
spazio angusto solo per il caffe'
tanto e' bastato a raschiare terra
un movimento che all'improvviso
sprofonda lungo i bordi della stanza
mura alte non solo a separare


eppure c'era un fiume un tempo
la sorgente ora e' una caverna
limpido come il cielo estivo
e una palude bassa del riposo
e' rimasto pieno nei bicchieri
del vino bianco per socializzare
un pozzo nero non tanto poi profondo
perche' la fogna non irradia piu'
la putrescenza di tutta la citta'

ed un solaio di faggi rinsecchiti
un bosco orrizzontale senza foglie
di Alessandra madre e poi polacca
un sogno con l'amico divertito
mani giunte ora alla rinfusa
quei sassi e il loro ingiusto peso
spigolosi irregolari in abbandono
a schiacciare l'ultimo respiro
troppo leggero per vincere la morte
e farsi seppellire tra le foglie.


pubblicata da Pino De Stasio domenica 4 settembre 2011 alle ore 16.30
( nel ricordo delle periferie metropolitane ed i loro morti per degrado )