Cosentino quasi arrestato, Cesaro indagato e il Pandoro Bauli gia’ scontato…
Dopo la notizia della richiesta di arresto per il parlamentare Nicola Cosentino e quella che vede indagato Cesaro, il Presidente della Provincia di Napoli, circola una battuta cattivissima: Le vuoi 3 belle notizie di Natale? Cosentino quasi arrestato, Cesaro indagato e il Pandoro Bauli gia’ scontato…
TENSIONE TRA NAPOLI E ROMA- Alta tensione tra Napoli e Roma: la richiesta di arresto nei confronti di Nicola Cosentino, parlamentare Pdl e coordinatore regionale del partito in Campania, indagato nell’ambito di una maxi-inchiesta della procura di Napoli sui rapporti tra politica e clan dei Casalesi, ha messo sottosopra il parlamento. “Stavolta ‘o Mericano non si salva”: questa la convinzione che circola tra i postberluscones nella capitale e sotto ‘o Vesuvio. Il Partito Democratico voterà sì all’arresto, come anche Idv; il Pdl si opporrà come al solito; ma la Lega? E il terzo polo? La convinzione diffusa è che Cosentino finirà come Alfonso Papa, ovvero spedito a Poggioreale da legaioli e casiniani. COLPO DI SCENA!- Il colpo di scena arriva a mezzogiorno: tra i 70 indagati (55 in manette) dell’operazione “Il principe e la (scheda) ballerina”, scaturita dall’indagine dei pm Antonio Ardituro, Francesco Curcio e Henry John Woodcock, c’è anche Luigi Cesaro, “Giggino ‘a Purpetta”, presidente della Provincia di Napoli, parlamentare Pdl e coordinatore provinciale del partito, che secondo i magistrati avrebbe accompagnato Cosentino a Roma presso l’agenzia Unicredit alla quale era stato chiesto il prestito che sarebbe stato sbloccato solo in seguito all’intervento dell’ex sottosegretario all’Economia. In carcere tre funzionari del colosso bancario, tra cui un “pezzo grosso”: Alfredo Protino, direttore responsabile area Centro Sud, in manette insieme a Andrea Pierpaolo Macciò, dell’area finanziamenti di Roma Tiburtina, e Cristofaro Zara, responsabile della filiale Roma Tiburtina. Sarebbero stati loro tre, secondo i pm e il Gip che ha firmato l’ordinanza, Egle Pilla, su pressioni di Cosentino, a concedere una apertura di credito di 5,6 milioni euro all’imprenditore Nicola Di Caterino, titolare della società che avrebbe dovuto acquisire i terreni per la costruzione del centro di commerciale (che poi non è stato più costruito) e considerato organico al clan.
Carlo Tarallo per NapoliSpia- Dago!