
Probabilmente saranno state attratte dalla sua celebre frase «Ghe pensi mi» («Ci penso io»). In ogni caso, le mamme di 50mila bambini dell'area vesuviana, per scongiurare l'apertura di una seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio, invieranno i temi fatti in classe dai loro figli al premier Berlusconi. L'argomento? Ovviamente quello dell'ambiente e della salute.
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Discarica di Terzigno, 50mila temi
di bimbi vesuviani inviati a Berlusconi
L'iniziativa «Rivogliamo l'aria» coinvolge docenti, alunni e genitori. Al premier le denunce sui miasmi nell'aria
La discarica di Terzigno
NAPOLI -
Probabilmente saranno state attratte dalla sua
celebre frase «Ghe pensi mi» («Ci penso io»).
In ogni caso, le mamme di 50mila bambini dell'area vesuviana, per scongiurare l'apertura di una seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio, invieranno i temi fatti in classe dai loro figli al premier Berlusconi.
L'argomento? Ovviamente quello dell'ambiente e della salute.
Come si apprende da Metropolis, il nome dell'iniziativa è «Rivogliamo l'aria» e denuncia a Berlusconi innanzitutto i miasmi provenienti dalla discarica Sari di Terzigno. Docenti, alunni e genitori vengono coinvolti in un progetto «che vuole esaltare l'educazione civica, l'educazione alla salute, l'educazione all'ambiente ed alla legalità». «I miasmi della discarica di Terzigno hanno già raggiunto la mia abitazione e stanno intossicando i miei figli.
Oltre 100 mila abitanti sono già ammorbati dai miasmi con tutte le conseguenze sulla salute ed entro due mesi facilmente lo saranno 246.078 abitanti. La discarica di Terzigno è troppo vicina a tanti centri urbani e la sua puzza è insopportabile e pertanto, unitamente a tutti i miei familiari, ne chiedo l'immediata chiusura e la più celere bonifica»: questa la nota che precederà ogni tema inviato via posta al presidente del Consiglio.
Redazione online
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Inceneritore di Acerra,Nel suo discorso al Senato, il premier aveva affermato che l'impianto funzionava a pieno regime. Il magistrato racconta, invece, un'altra storia
il procuratore di Nola smentisce B.
“Funzionamento episodico”
Altro che impianto modello, questa volta a descrivere la situazione del termovalorizzatore di Acerra è Paolo Mancuso, Procuratore capo della repubblica di Nola, oggi ascoltato in commissione parlamentare sulle ecomafie. Audizione a porte chiuse, ma da quanto si è appreso due sono state le questioni al centro dell’incontro: Acerra e la possibile apertura di nuove discariche.
Mancuso, un passato alla procura distrettuale antimafia di Napoli, ha denunciato che la società che gestisce il termovalorizzatore non rende noti i dati relativi all’inquinamento dell’area. Non solo: le omissioni delle ditta – rileva il procuratore di Nola – che gestisce il termovalorizzatore “ci sono e sono gravi”. Dichiarazioni che arrivano a poche ore dalle rassicurazioni di Silvio Berlusconi. Il presidente del consiglio, intervenendo al Senato, aveva assicurato: “Il governo ha completamente risolto il problema dei rifiuti. Napoli ha discariche che possono contenere i rifiuti, il termovalizzatore di Acerra funziona completamente”.
Anche Guido Bertolaso, sottosegretario di governo con delega ai rifiuti, all’ennesimo fermo dell’impianto, aveva chiarito a fine settembre: “Si è fatta una tempesta in un bicchier d’acqua perché si è rotto un tubicino e quindi la linea del termovalorizzatore è ferma: riparte stanotte”. Nell’audizione si è parlato anche del funzionamento del termovalorizzatore: “Usato in maniera insoddisfacente e parziale”. Le due linee funzionano “episodicamente” e, soprattutto, c’è una situazione “preoccupante per quel che riguarda l’inquinamento”.
Parole che ribaltano la realtà di un inceneritore completamente funzionante. In una recente visita guidata all’impianto per la stampa, Antonio Bonomo, amministratore delegato di Partenope Ambiente, la società del gruppo A2A, aveva assicurato: “L’impianto funziona nella norma, anzi un po’ meglio della norma degli impianti europei”. Lo stato dell’impianto di Acerra non è stato l’unico argomento affrontato nell’audizione di Mancuso in commissione, si è parlato anche del rischio infiltrazioni della malavita nelle proteste antidiscarica di questi giorni.
Il magistrato, ascoltato con Giovanni Caturano, comandante del gruppo carabinieri tutela ambiente di Napoli, ha chiarito che nel vesuviano, teatro nelle ultime settimane di violente proteste contro l’apertura della seconda discarica a Terzigno, la pressione camorristica è forte; ma molti elementi inducono a ritenere che non ci siano i clan dietro la protesta. La ragione, secondo Mancuso e Caturano, è chiara. I gruppi criminali, convertitisi in imprese, hanno tutto l’interesse a che la nuova discarica venga aperta: questo infatti comporterebbe la necessità di acquistare materiali, impegnare mezzi pesanti, distribuire posti di lavoro. Anche l’audizione di oggi ha contribuito a chiarire la disastrosa gestione rifiuti in Campania, targata Berlusconi-Bertolaso.
di Nello Trocchia