venerdì 27 agosto 2010

I cancelli in ferro e i Francescani .


Note di Pino

I Clochards , pubblicata da Pino De Stasio
il giorno venerdì 27 agosto 2010 alle ore 9.01


Ritorno sulla triste vicenda dell’ultimo clochard morto
nei giardini pubblici di Santa Chiara.

Pubblici ma chiusi permanentemente alla cittadinanza con inferriate e cancelli negando tale spazio a bambini anziani e turisti che non trovano nessun riparo nelle piazze assolate del centro antico.

Visivamente è una sorta di gabbia da zoo dove i più sfortunati sono costretti a trovare angusti spazi , pur nella vastità del luogo ,dove potere nascondersi ed esercitare quelle naturali mansioni umane utili alla sopravvivenza.

I clochards di Santa Chiara sono persone speciali li conosco senza saperne il nome , essi non si presentano ma si manifestano con un sorriso ed una mano tesa ,la necessita’ di un aiuto .

Uno spazio preziosissimo dal punto di vista paesaggistico e culturale ideale per una sosta di riflessione e di socializzazione.

Un luogo di grande interesse religioso dove forse i francescani dovrebbero piu’ incisivamente applicare le loro “regole” dell’accoglienza e dell’ascolto.

Alcuni esperimenti sono stati fatti in questi anni : proiezioni di film , mercatini equo-solidali , etc ma il tutto come eventi sporadici e senza una strutturale programmazione alfine di rendere quel luogo un’agora’ permanente.

Alcuni comitati , che nelle settimane passate hanno fatto iniziative sociali all’interno dei giardini di Santa Chiara, hanno chiesto la collaborazione dei clochards per la sistemazione dei gazebo e della pulizia dei giardini , essi hanno dato prova di matura partecipazione , un grande insegnamento per tutti noi e per i piu’ prevenuti.

Ho letto sulle pagine dei giornali che l’assessore Oddati , insieme ad alcune singole “partecipazioni”, intende innalzare i cancelli dell’insula di Santa Chiara , dispiace che proprio dall’Assessore alla cultura venga una proposta cosi’ “involuta” politicamente da fare inorridire il piu’ estremo leghista.

Quel luogo , e’ stato il set straordinario nel 1971, del Decamerone di Pasolini , proprio quei giardini di Santa Chiara che immagini di quel film , ricreando il ‘400 napoletano , ci riportano come luogo vivo e popolare.

Ho domandato a uno di loro , un sorridente francese ,perche’ non andasse a dormire nel centro di prima accoglienza , che e’ a due passi dal decumano, egli mi ha risposto che vi e’ una lista di attesa di diverse decine di senza fissa dimora , quindi e’ impossibile accedervi , ecco perche’ l’ulivo ,sotto al campanile di Santa Chiara , e’ una vera casa della “provvidenza”.









ANTEFATTO :
Il corpo senza vita di un extracomunitario è stato ritrovato in un'aiuola del Monastero di Santa Chiara, a Napoli.

Secondo primissimi accertamenti sul cadavere, in avanzato stato di decomposizione e che sembra essere di un uomo di circa 40 anni, non sono state individuate ferite da arma da fuoco.

Sul posto oltre gli agenti del commissariato Decumani, anche personale del 118 e dei vigili del fuoco intervenuti per aprire il cancello di accesso al Monastero.

Disposta l'autopsia.





adesso si svende tutto........

Napoli, Università in vendita per 42 milioni
In lista Orto Botanico, faro di Anacapri...
Effetti del federalismo demaniale: gli edifici saranno ceduti
a Comune, Provincia e Regione per diventare «produttivi»







di Gerardo Ausiello
NAPOLI (18 agosto) - Il Demanio mette in vendita le università. Qualche esempio? La storica sede della Federico II, al corso Umberto, costa 42 milioni di euro mentre per acquistare il Vecchio Policlinico, in piazza Miraglia, bisogna spenderne 18. E il valore dell’Accademia delle Belle Arti? Circa 8 milioni. La lista dei beni, disponibile su Internet, è lunga: gli edifici verranno ceduti a Regione, Provincia e Comuni a cui spetterà il compito di gestirli, metterli a reddito e trasformarli in macchine produttive.

Tra le ipotesi c’è, appunto, quella di venderli. Ma la strategia dipenderà dai decreti attuativi che spiegheranno nel dettaglio le modalità d’intervento.
Potrebbe essere questo, dunque, il destino dell’Orto Botanico, in via Foria, che ogni anno accoglie migliaia di studiosi e visitatori da tutto il mondo interessati ad ammirare le 9mila specie vegetali e i quasi 25mila esemplari presenti nel parco da 12 ettari.

Ma dall’elenco spuntano anche la facoltà di Veterinaria e la casa dello Studente, nel cuore del centro storico: il futuro proprietario dovrà sborsare quasi 24 milioni di euro. La Scuola Politecnica di via Vecchia Università (a due passi dalla city) costa invece 6 milioni, mentre lo Stato ne chiede 28 per le Rampe del Salvatore.

È ufficialmente sul mercato, poi, l’ex collegio del Salvatore in via Mezzocannone (13 milioni), così come la Pro Libera Docenza al largo Santa Maria delle Grazie (9 milioni). Impegnativo l’investimento per l’ex convento agostiniano di Sant’Andrea delle Dame, in via Costantinopoli e vico Settimo Cielo. Fondato alla fine del Cinquecento da quattro nobildonne e soppresso durante l’occupazione francese del 1884, ospita oggi la facoltà di Medicina della Seconda Università di Napoli: l’investimento ammonta a 42 milioni.

Completano l’elenco la Palazzina spagnuola di via Litoranea (13 milioni), gli Istituti universitari di San Patrizio (7 milioni), la reale Arciconfraternita di piazzetta Teodoro (539mila euro) e l’ex poligono di Fuorigrotta (3 milioni). Nella lista figurano, infine, l’ex casa del fascio di Nola (sede della Parthenope) e l’ex caserma Blumm nel palazzo Mascabruno di Portici (facoltà di Agraria).

I 16 immobili si aggiungono a molti altri beni della Campania già messi in vendita dal Demanio. Il valore complessivo stimato dalla Corte dei Conti supera i 230 milioni di euro per un totale di 810 beni disponibili. Un patrimonio enorme, che rappresenta però solo una piccola fetta di quello nazionale (17.400 beni per un valore di 3,2 miliardi di euro).

Tra le risorse interessate dal progetto spicca il faro di Anacapri, che fu costruito dagli ingegneri del Regno Borbonico delle Due Sicilie e acceso per la prima volta nel dicembre del 1867; stesso discorso vale per l’ex arsenale di via Campegna, che è stato dismesso dieci anni fa e oggi versa in condizioni disastrose; e ancora si parla del carcere di Procida, utilizzato come bagno penale all’inizio dell’Ottocento e definitivamente chiuso nel 1988, nonché del faro del molo di San Vincenzo, il primo impianto lenticolare d’Italia.

Nel piano di cessione rientrano, inoltre, le caserme dismesse come quella di Miano, i cui suoli erano stati scelti dal Comune per costruire il nuovo stadio se l’Italia avesse ospitato gli Europei di calcio del 2012: il progetto è però finito nel cassetto in pochi mesi. Potrebbero essere gestiti direttamente da Palazzo San Giacomo anche i circa 5mila alloggi del quartiere di Secondigliano, che in questi anni non hanno prodotto un reddito significativo.
C’è attesa, poi, per la possibile cessione di alcune caserme dei vigili del fuoco (per le quali si paga il canone mensile) e per il futuro dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte.
Infine il discorso che riguarda le spiagge. Possono essere cedute direttamente alle Regioni, secondo le linee guida del federalismo demaniale contenute in un decreto approvato dal governo lo scorso mese di maggio. Non dovranno essere vendute né privatizzate, ma rappresentano comunque una vera e propria macchina da soldi: un metro di spiaggia in Campania produce 17,3 euro in media contro i 16,6 della media italiana.


E siccome dei 470 chilometri di costa ne sono balneabili 342, la gestione delle spiagge può diventare a tutti gli effetti un business. L’obiettivo dell’operazione è recuperare una serie di immobili che oggi sono immersi nel degrado, non producono reddito e rappresentano anzi un problema per lo Stato.

La sfida per gli enti locali è di mettere in campo idee e progetti che consentano di valorizzarli nell’interesse dei cittadini trasformandoli anche in fonti di ricchezza: un faro (come quelli di Napoli e Anacapri) potrà così diventare, ad esempio, meta di visite turistiche e romantici weekend per coppie di innamorati, mentre caserme ed alloggi potranno accogliere attività sociali e commerciali.

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