lunedì 8 febbraio 2010

DELITTI A FIN DI BENE






DELITTI A FIN DI BENE (di Marco Travaglio)i

Nel “processo breve” a se stesso celebrato da Enzo De Luca
al congresso Idv, mancavano la pubblica accusa e
un’informazione decente che conoscesse le carte.

C’era solo l’imputato, che infatti si è assolto fra gli
applausi,raccontando al popolodipietrista quel che aveva
già fatto credere al suo partito, il Pd.

E cioè che è stato rinviato a giudizio due volte per truffa
allo Stato, associazione a delinquere, concussione e falso
per un’opera buona: aver consentito agli ex lavoratori
dell’Ideal Standard di continuare a godere della
cassintegrazione.

Naturalmente è una superballa.

Quei lavoratori sono disoccupati.

Che cosa è successo davvero?

Non si tratta delle accuse di un pm impazzito (Gabriella Nuzzi,
cacciata da Salerno dopo aver osato indagare su De Luca e sulla
fogna politico-giudiziaria di Catanzaro, vedi caso De Magistris).

Si tratta delle ordinanze di rinvio a giudizio firmate
da due gup,due giudici terzi.

Lo stabilimento altamente produttivo dell’Ideal Standard di
Salernofu chiuso, i dipendenti finirono in mobilità, i suoli
industriali che valevano miliardi vennero ceduti a prezzi
irrisori a un gruppo di speculatori-immobiliaristi dell’Emilia
Romagna (terra cara all’allora ministro dell’Industria, Pier
Luigi Bersani).

Questi scesero a Salerno, finanziati da banche emiliane e venete
eda una finanziaria di San Marino, per realizzare un’operazione
irrealizzabile, fittizia – il parco marino Sea Park – e così
strappare indebitamente la cassintegrazione e incamerare sontuosi
finanziamenti pubblici.

Uno dei beneficiari dell’operazione – come han ricostruito i
giudici– fu il costruttore Vincenzo Grieco, amico di De Luca
e proprietariodei terreni sulla litoranea orientale, destinata
al Sea Park daun’apposita variante urbanistica illegittima
che trasformò i suoli da agricoli in turistici.

I modenesi della Sea Park avrebbero versato a Grieco fondi neri
per 29 miliardi di lire e promesso al comune di Salerno di versarne
altri 22 di oneri concessori non dovuti, con garanzia fideiussoria.

I 29 miliardi sarebbero finiti sui conti della famiglia di Grieco
e da questo prelevati incontanti per distribuirli un po’ in giro.

Il gruppo Sea Park fu poi costretto a sputare altri 6 miliardi
extra-bilancio, con assegni bancari girati per l’incasso a un
collaboratore di Grieco, che li parcheggiò su un conto Unicredit
per essere poi prelevati in contanti o girati su conti della
famiglia Grieco.

Nonostante il salasso, la Sea Park non riuscì a ottenere la
proprietà dei terreni di Grieco,che, oltre a tutti i soldi
incamerati, seguita pure a lucrare sull’aumento della rendita
fondiaria dei terreni, gentile omaggio della giunta De Luca.

Intanto il gruppo emiliano, spolpato dai salernitani, è ridotto
sul lastrico. Gli subentra un consorzio di società immobiliari
e del ramo rifiuti capitanato da un faccendiere bresciano
pregiudicato, Angelo Tiefenthaler.

De Luca appoggia anche lui per un fantomatico programma di
“riconversione industriale”, utilissimo per ottenere
indebitamente le indennità di mobilità e cassa straordinaria
per gli ex lavoratori Ideal Standard.

Al posto del parco marino, si dice, nascerà un centro turistico-
commerciale e, al posto dell’Ideal Standard, un bell’inceneritore.

Invece spunta una centrale termoelettrica, opera della multinazionale
svizzera Egl e gemella di quella di Sparanise (raccontata dal Fatto
a proposito delle liaisons fra finanza rossa emiliana e clan Cosentino).

Per queste vicende la pm Nuzzi aveva chiesto al gip l’arresto di De
Luca e al Parlamento l’autorizzazione a usare certe sue intercettazioni
indirette. Richieste respinte.

Il gip distrusse addirittura le bobine gettandole nell’inceneritore,
anziché attendere la decisione della Consulta (che di lì a poco ne
decretò la piena utilizzabilità); subito dopo il fratello del gip,
Luca Sgroia, diventò segretario dei Ds di Eboli e aprì la campagna
elettorale per De Luca sindaco di Salerno.

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E ora chi ha stomaco forte

lo elegga pure governatore della Campania!


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