sabato 30 luglio 2011

Lo scempio del Vomero


pubblicata da Il Pasquino
29 luglio 2011
Parcheggi al posto della storia

Ci ha voluto lasciare,
la signora Iervolino,
con un bel ricordo della sua pessima amministrazione della città.

Solo pochi giorni prima delle sue dovute dimissioni l’ex-sindaco di Napoli ha dato il via libera alla costruzione di un mega garage a tre livelli…dove?...al posto di una villa storica del ‘700, Villa Giannone, e a due passi da una scuola elementare e un asilo.

I lavori, della ditta IMIT, proprietaria di quel suolo, hanno avuto inizio nel 2011, a marzo, finiranno, probabilmente…e visto che si tratta di soldi privati c’è da dire sicuramente, nel 2013.

In questi due anni gli abitanti degli edifici limitrofi dovranno ascoltare, al posto del silenzio tipico di questa zona, il rumore per niente soave di scavatrici e macchinari vari e, visto l’entità dell’opera, dovranno abituarsi anche al tremore delle loro abitazioni, sollecitate da scavi che stanno facendo scempio di una delle ville storiche della collina napoletana.

Al posto di alberi secolari, palme, eucalipti e magnolie un bella colata di cemento pronta ad accogliere 53 posti auto per il business della ditta in questione, con il corollario, non certo di meno conto, dell’inquinamento definitivo di una delle ultime zone libere da smog della nostra città.

Il primo nubifragio abbattutosi in questi giorni sulla nostra città ha subito dimostrato quanto queste opere che violentano il territorio e, in questo caso, distruggono anche pezzi di storia, siano un pericolo per gli stessi abitanti.

Il muro che divide il mega parcheggio dallo stabile vicino ha tracimato subito fango ed acqua…sono dovuti intervenire i vigili del fuoco e solo la breve durata della violenta pioggia ha forse evitato che il muro crollasse nel condominio limitrofo.

Stamane, come se nulla fosse, le trivellazioni sono ricominciate…come è ricominciato il ballo degli edifici vicini.

Quello che è stato totalmente distrutto non è solo un giardino, ma un pezzo di storia napoletana, quella storia napoletana che viene troppo spesso dimenticata, benché sia stata, nei tempi, punto di riferimento europeo e motivo di orgoglio per tutta la città.

Villa Giannone fu realizzata nel 1775 da Giovanni Carafa duca di Noja e ne fu proprietario Pietro Giannone autore di “L’istoria civile del Regno di Napoli” narrazione delle vicende politiche, giuridiche, culturali e religiose dell’Italia meridionale.

L’opera, apertamente anticlericale, non portò gran fortuna al suo autore, benché venisse molto apprezzata all’estero da Montesquieu, Voltaire, Gibbon.

Pietro Giannone venne scomunicato dall’arcivescovo di Napoli, minacciato, non difeso dalle autorità politiche e fu costretto a fuggire a Vienna.

Tentò più volte di ritornare in patria, ma gli fu in ogni modo impedito.

Avrebbe potuto, come gli venne chiesto, negare pubblicamente il suo anticlericalismo, ma per difendere oltre che la sua opera, anche il suo pensiero, rifiutò qualsiasi offerta.

Fu arrestato, con l’inganno, nel 1736.

Prima in Sardegna, poi nelle carceri di Torino, dove fu privato dei libri e dell’occorrente per scrivere, minacciato più volte di essere consegnato a Roma…morì nelle carceri sabaude nel 1748.

Ora muore nuovamente, di fronte allo stupro del suo stupendo giardino che la Napoli dell’inciviltà gli ha riservato.