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-----------------------Francesco Calvano
NON UN EURO AL NUCLEARE,
TUTTI I FONDI AL SOLARE E FONTI ALTERNATIVE
IL PAZZO ESTREMISTA E IL COVO DEI BUONISTI
L’intervallo tra la prima consultazione e il ballottaggio a Milano, se non fosse per l’enorme interesse che riveste per i cittadini milanesi e le stesse sorti del Paese, potrebbe considerarsi una fonte inesauribile di barzellette o costituire materiale per un romanzo a puntate di satira da parte di Forattini o di Vauro.
Appena subita la batosta del primo turno, anziché riconoscere ed accettare, come avviene in tutti i paesi civili, il verdetto di 1° grado, i nostri Magnifici governanti di Roma, della Regione, della provincia, del comune, sono letteralmente impazziti e quindi si sono messi a gridare, a sbraitare contro l’untore. Come si è permesso un estremista di sinistra ad ottenere la maggioranza dei consensi? Come può fare Milano ad affidarsi a un pazzo? E qui cominciano le barzellette.
Nel tentativo confuso e delirante di riconquistare gli elettori perduti , esternano le prime analisi del voto.
“Abbiamo perso perché non abbiamo spiegato bene il programma”, “abbiamo sbagliato nell’esasperare la campagna elettorale, abbiamo alzato i toni, chiediamo scusa”, ossia dichiariamo che non ci abbiamo capito un tubo.
“Ora abbassiamo i toni”.
E appena pronunciata questa lodevole intenzione, come potesse cancellare quelli che sono i loro veri toni, rincarano subito la dose.
Il grande capo dopo qualche giorno di purgatorio, riappare e afferma che Milano non può essere consegnata agli estremisti di sinistra, perché l’unica persona per bene, che ha subito 15-20 imputazioni di reato, affidabile, è solo lui.
Gli altri, a cominciare dai 300 mila che hanno scelto Pisapia non contano, non hanno alcun diritto di scegliere autonomamente; Il Senatur gli dà del “matto” e con lui evidentemente anche ai 300 mila che lo hanno votato, perché non hanno pensato che il covo dei forsennati sta nel loro schieramento; Il cattolicissimo Governatore Fomigoni , eletto dalla cattolicissima ACLI, riprende il tema del confronto sui programmi non spiegati e, anziché spiegare quello della Moratti, spiega quello di Pisapia per dire che costui, se vince, ha intenzione di aprire i concorsi pubblici anche agli stranieri, che così verrebbero a sottrarre posti di lavoro agli italiani. Non mi intendo di cattolicesimo quanto il Governatore, ma credo comunque di poter affermare con assoluta certezza che al Dio in cui egli crede, e grazie al quale governa, non sia mai venuto in mente di affermare che i posti di lavoro disponibili in Italia debbono essere occupati solo dagli italiani e quelli americani solo da questi.
Non credo proprio che il buon Dio di Fomigoni stia con una cartina geografica in mano tutti i giorni per sorvegliare e sanzionare coloro che varcano una linea di confine che gli umani terrestri hanno tracciato a loro uso e consumo.
E chissà perché, per citare un esempio su milioni, gli ingegneri indiani hanno fatto la fortuna di Bill Gates ed hanno innalzato il livello di conoscenze e di progresso tecnologico in tutto il mondo? Presidente Fomigoni ma che vai dicendo mai?
Questi argomenti lasciali agli egoisti sciacalli della Lega, che dànno del matto a chi osa sfidarli. Vossignoria è nella cerchia buona del Vaticano e dintorni, rischia di metterli in difficoltà, loro sono universali per definizione!
D’altronde, capisco pure le sue difficoltà e quelle dei suoi compari a spiegare il programma della Moratti che evidentemente i milanesi conoscono bene per averlo sperimentato e subito sulla propria pelle.
E qui entriamo nel vivo della questione, ossia perché ci si sfida a livello di insulti e calunnie personali e non sui fatti reali?
Non ho sentito alcuno, di destra e anche di sinistra, rimarcare con la dovuta forza e lucidità i problemi di tutti giorni delle famiglie, dei giovani, dei precari, dei licenziati che si arrampicano sui capannoni e sulle gru o si rinchiudono nelle ex carceri sarde o partono dalla Sardegna con un traghetto che li porta a Roma per gridare la loro rabbia e i loro bisogni, mentre il Governo spreca miliardi nella costruzione di faraonici immobili per ospitare un G8 che non arriverà mai e regalare poi quegli immobili ad un gruppo privato, dei tagli selvaggi a scuola, ricerca e cultura, da ultimo dei tagli pesanti alla sanità, che aggravano malessere e difficoltà per i non abbienti, che non possono farsi curare in Svizzera come Bossi.
Questi argomenti andavano dibattuti, opportunamente documentati ed illustrati, discussi nelle piazze con i protagonisti loro malgrado.
E capisco pure le difficoltà a spiegare ciò che ha fatto la Moratti nei 4 anni che ha governato Milano.
Lo ha spiegato efficacemente il Prof. Marco Vitale, economista stimatissimo, persona non sospetta poiché ha partecipato , in passato, a giunte di destra e leghiste. Oggi, egli scrive che “il nuovo Sindaco, che mi auguro non sia la Moratti, potrà correggere la rotta……””” .
A questa conclusione il prof Vitale giunge dopo aver svolto una puntuale disamina dei Bilanci e delle finanze del Comune di Milano, sulla scorta dei dati e dei commenti sottoscritti dai Revisori dei Conti dello stesso Comune.
I debiti di questo ammontano a 4,2 miliardi e circa altrettanti ne ha accumulati la società dell ‘energia, la “A2A”, il cui management è stato definito da altro giornalista come “una accozzaglia al quadrato”, che ha bruciato ricchezza della società in misura pari al 65%.
Questi sono i temi veri e reali della campagna elettorale e su questi il Governatore Fomigoni dovrebbe esprimere il suo parere e il suo giudizio prima della data fissata per il ballottaggio.
A margine, vorrei ricordare all’illustre prof. Vitale che , allorquando avemmo, nel lontano 1996, un confronto a distanza sul divario Nord-Sud sulle colonne del settimanale, allora in edicola, Mondo Economico feci due facili previsioni.
La prima che il Sud dell’Italia, senza un piano organico di interventi, con pieno coinvolgimento anche dei Nordisti, avrebbe finito con il frenare e bloccare la corsa della locomotiva del Nord e quindi lo sviluppo dell’intero Paese.
La seconda che, quale conseguenza della prima, il Sud non avrebbe esportato piu’ i migranti tipo “Rocco e i suoi fratelli”, bensì mafia , ‘ndrangheta e camorra.
Oggi, anche Tremonti si è accorto che il mancato sviluppo del Sud blocca l’intero Paese.Della penetrazione e del dominio delle cosche malavitose a Milano e dintorni credo si siano accorti tutti.
Dopo un primo passaggio dalle stalle di Arcore sono arrivati all’Ortomercato di Milano, di cui parla il prof. Vitale , ma sono presenti ovunque ci sia profumo o puzza di business.
Queste eclatanti conferme dimostrano, se non altro, che anche un provinciale qualche volta, o spesso, ci azzecca, anche perché gli altri non vogliono azzeccarci quando dovrebbero.