
De Magistris con l'Idv;
Un'ipotesi che Bersani vede come il fumo negli occhi:
Il magistrato anticamorra, che due settimane fa aveva respinto il pressing, avrebbe però posto dei paletti precisi, in particolare rispetto alla composizione delle liste: vuole l'ultima parola, stando alle voci che arrivano da Roma, sui candidati che lo appoggerebbero, e che correrebbero insieme a lui alle amministrative.
Non solo le elezioni comunali ma anche quelle per le municipalità, sotto la lente d'ingrandimento: è naturale che un magistrato che ha legato il suo nome a importantissime inchieste contro la camorra non voglia nemmeno correre il rischio di ritrovarsi in lista personaggi poco cristallini.
15 febbraio 2011
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Biografia:
(Napoli, 20 giugno 1967 ) Da ragazzo, ha frequentato il Liceo Pansini del quartiere del Vomero di Napoli, diplomandosi con 51/60. Ha intrapreso la carriera di magistrato nel 1995 e dal 1998 al 2002 è stato magistrato presso la Procura della Repubblica di Napoli per poi passare come Sostituto Procuratore della Repubblica al Tribunale di Catanzaro. Nel 2009 lascia la magistratura e si candida alle elezioni del Parlamento europeo come indipendente nell'Italia dei Valori. Diventato europarlamentare viene anche eletto in data 20 luglio 2009 presidente della commissione del Parlamento Europeo preposta al controllo del bilancio comunitario.
Appartiene ad una famiglia che ha dato in linea diretta già tre esponenti alla carriera magistraturale: il bisnonno fu oggetto di attentato per aver perseguito il malaffare nei primi anni dell'Unità d'Italia.
Inchieste L'inchiesta Poseidone È un'indagine lanciata nel maggio 2005 per un presunto uso illecito di denaro pubblico legato agli aiuti comunitari per 200 milioni di euro.
Associazione a delinquere finalizzata alla truffa è il reato ipotizzato dalla Procura di Catanzaro nei confronti del generale della guardia di finanza Walter Cretella-Lombardo, consigliere del vicepresidente dell'Unione europea e commissario europeo alla Giustizia, Franco Frattini. La Procura calabrese ha fatto perquisire l'abitazione romana dell'alto ufficiale ed il suo ufficio ad Ostia e sequestrato computer, cd rom e documentazione cartacea.
Le perquisizioni sono iniziate in seguito al ritrovamento a casa di uno degli indagati, Giovambattista Papello, ex subcommissario per l'emergenza ambientale della Regione Calabria, di un biglietto da visita dell'ufficiale, sul quale era scritto a mano il suo numero del telefono cellulare. A Papello furono trovate, tra l'altro, alcune intercettazioni illegali di colloqui telefonici, risalenti al novembre 2004, dell'ex presidente dell'ANAS, Vincenzo Pozzi, con il segretario dei Democratici di Sinistra, Piero Fassino, e con Pietro Folena. Tra i materiali gli investigatori trovarono anche il biglietto da visita del generale Cretella-Lombardo, che comanda la Scuola di polizia tributaria delle Fiamme gialle con sede ad Ostia, e all'epoca comandava il secondo reparto della guardia di finanza addetto alla collaborazione internazionale e all'interscambio con le polizie di altri paesi. L'inchiesta Poseidon riguarda una serie di presunti illeciti nella gestione dei finanziamenti destinati alla depurazione.
Tra gli altri sono indagati il segretario dell'UDC, Lorenzo Cesa, in qualità di socio di una società che avrebbe ricevuto un finanziamento per realizzare nel cosentino uno stabilimento per la produzione di dvd, realizzato soltanto in parte, nel quale non sarebbe mai stata avviata la produzione; l'ex presidente della Giunta regionale della Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, attuale vicepresidente dell'istituto Garante per la privacy, l'ex assessore regionale all'Ambiente, Domenico Basile, uno degli uomini di punta di Alleanza Nazionale in Calabria. Le indagini condotte dai carabinieri ruotano attorno alla destinazione ed all'utilizzo di duecento milioni di euro ed hanno preso spunto dalla relazione del 2004 della sezione regionale di controllo della Corte dei conti.
L'OLAF, l'agenzia antifrode dell'Unione europea, ha contestato un reato di frode comunitaria a Papello, Cesa e Fabio Schettini, già segretario dell'ex ministro di Forza Italia Franco Frattini, poi commissario europeo, oggi Ministro degli Affari Esteri.[senza fonte]
L'inchiesta è stata tolta a De Magistris dal procuratore Mariano Lombardi per irregolarità procedurali.[senza fonte]
L'inchiesta SbP L'inchiesta verte su contributi europei chiesti per l'avvio di una attività imprenditoriale in Calabria che avrebbe dovuto creare occupazione per 40 persone. Nell'inchiesta risulta indagato anche il segretario dell'UDC Lorenzo Cesa.
L'inchiesta Why not Per approfondire, vedi la voce Why not.
L’inchiesta, chiamata Why Not dal nome di una società di lavoro interinale la cui attività rappresenta uno dei filoni principali dell’indagine, ha registrato un momento di svolta il 18 giugno 2007 quando il pm De Magistris ha fatto eseguire dai carabinieri 26 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati. Tra loro anche Pietro Scarpellini, consulente "non pagato", come precisò all’epoca Palazzo Chigi, della Presidenza del Consiglio. Nell’inchiesta risultano indagati, inoltre, Luigi Bisignani, consulente della Ilte spa, ed il senatore Giancarlo Pittelli, di Forza Italia. Un ruolo centrale nella vicenda sarebbe stato svolto dall’imprenditore Antonio Saladino, allora presidente della Compagnia delle Opere della Calabria. L’inchiesta ruota attorno anche a presunti contatti tra Saladino e l’allora presidente della Commissione Europea Romano Prodi. Contatti successivamente smentiti dalle inchieste. Negli atti dell’inchiesta figurano anche alcune intercettazioni telefoniche riguardanti colloqui tra il ministro della Giustizia Clemente Mastella, la cui posizione è stata successivamente archiviata per insussistenza dei fatti, e l’imprenditore Antonio Saladino. Da notare che Clemente Mastella aveva chiesto precedentemente il trasferimento di De Magistris e il CSM ha rimandato il trasferimento a dicembre 2007. Alla fine sia De Magistris che i suoi collaboratori sono stati rimossi dall’inchiesta. La vicenda ha creato un grave conflitto senza precedenti tra le Procure di Salerno e Catanzaro, creando un caso nazionale che ha fatto intervenire anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il pm De Magistris e il ministro Mastella, per motivi opposti, sono stati entrambi oggetto di minacce.
Altri indagati nell’inchiesta sono il generale Paolo Poletti, capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, Nicola Adamo (Ds), in quella fase vicepresidente della Regione Calabria, Mario Pirillo (ex-Margherita, poi Pdm), assessore regionale all’agricoltura e un consigliere regionale dei Ds, Antonio Acri.
Il 19 ottobre 2007 la procura di Catanzaro, nella persona di Dolcino Favi (avvocato generale dello Stato e procuratore generale reggente a Catanzaro), ha avocato a sé, per presunta incompatibilità, l’inchiesta, sottraendola a De Magistris. Il Pg facente funzioni ha inoltre disposto che la notizia venisse ufficialmente comunicata al P.M. solo il 22 ottobre. De Magistris dichiarerà infatti in un’intervista a Repubblica di esserne venuto a conoscenza dalla stampa.[1]
Giova ricordare che Favi, comunque, già nel 1989 era stato oggetto di attenzioni da parte del CSM e della Camera dei Deputati[2] per «essere dedito a sistematiche violazioni di norme, in particolare di quelle poste a presidio dei diritti fondamentali dell’individuo».
Giova anche ricordare che Favi avocò "Why Not"[3] giusto una settimana prima che scadesse la sua carica a procuratore e quando il CSM aveva già nominato il procuratore titolare, attuando l’avocazione in una forma particolarmente aggressiva (facendo, cioè, aprire, a insaputa del PM, la cassaforte dell’ufficio, prelevandone tutti gli atti d’inchiesta).
Infine anche la presunta incompatibilità sostenuta da Favi (riguardante l’iscrizione sul registro degli indagati il ministro Mastella, che aveva chiesto il trasferimento di De Magistris), si è rivelata inesistente poiché Mastella era stato iscritto come senatore, e che le intercettazioni disposte dalla procura (come risulterà, a febbraio 2009, dai giudici di Salerno) erano perfettamente legittime poiché non vi era modo di associare preventivamente l’utenza usata anche da Mastella ad un parlamentare.[4]
L'inchiesta Toghe lucane De Magistris ha infine indagato sul caso denominato Toghe lucane. Secondo il giudice un "comitato d'affari" comprendente politici, magistrati, avvocati, imprenditori e funzionari avrebbe gestito grosse operazioni economiche in Basilicata. La guardia di Finanza ha perquisito nei primi mesi del 2007 le abitazioni e gli uffici del sottosegretario allo Sviluppo economico Filippo Bubbico (Ds), del procuratore generale di Potenza Vincenzo Tufano, dell'avvocato Giuseppe Labriola e della dirigente della squadra mobile di Potenza Luisa Fasano.
Le ipotesi di reato addotte da De Magistris sono quelle di abuso d'ufficio per Tufano; corruzione in atti giudiziari e associazione per delinquere per Labriola; abuso d'ufficio per Fasano; abuso d'ufficio, associazione per delinquere e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche per Bubbico che è stato presidente della Regione Basilicata.
Nell'inchiesta sono indagati uomini politici, amministratori, imprenditori, funzionari e magistrati in servizio in Basilicata (fra questi ultimi, uno ha lasciato la magistratura e altri sono già stati trasferiti in altre sedi dal Consiglio Superiore della Magistratura).
Bubbico, si legge nel decreto di perquisizione redatto dal pm di Catanzaro De Magistris, è "il punto di riferimento politico apicale, unitamente ad altri appartenenti alla politica", nel "comitato di affari" al centro dell'inchiesta. L'inchiesta avrebbe messo in luce, sempre a carico di Bubbico - che è stato presidente della Giunta regionale della Basilicata nella passata legislatura - "una logica trasversale negli schieramenti", con il "collante degli affari". Successivamente per quasi tutti i più di 30 indagati da De Magistris è stata richiesta l'archiviazione o l'assoluzione.
Il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha chiesto al Consiglio Superiore della Magistratura il trasferimento cautelare d'urgenza di De Magistris, per presunte irregolarità nella gestione del caso Toghe lucane.
In aprile 2009, Il Gip di Salerno Maria Teresa Belmonte ha prosciolto Luigi De Magistris (ormai dimessosi da mesi) dall'accusa di rivelazione di segreti d'ufficio e abuso d'ufficio nell'ambito di questa inchiesta. Scelta che fa seguito alla decisione della Cassazione del 2 aprile di non spostare la sede del procedimento, dichiarando inammissibile il ricorso dell'ex coordinatrice della Dda di Potenza, Felicia Genovese, finita a sua volta nell'inchiesta "toghe lucane" ad opera dell'ex pm De Magistris.
Il trasferimento Il 21 settembre 2007, il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha chiesto al CSM il trasferimento cautelare di De Magistris e del procuratore capo Mariano Lombardi. La richiesta venne proposta a seguito dell'istruttoria condotta dagli ispettori del ministero negli uffici giudiziari di Catanzaro e di Potenza: gli ispettori ritennero di aver rilevato "gravi anomalie" nella gestione del fascicolo "Toghe lucane", contestando a De Magistris il suo rifiuto a riferire gli sviluppi dell'inchiesta al procuratore capo Lombardi.
La notizia balza subito alle attenzioni della cronaca nazionale grazie al movimento Ammazzateci tutti, sceso subito in difesa del Pm promuovendo numerose manifestazioni di protesta contro la decisione ed a sostegno di De Magistris in Calabria ed in tutta Italia.
Il CSM si è dapprima riservato di decidere il 17 dicembre 2007; successivamente ha rinviato la decisione, per approfondire ulteriormente la situazione, al 18 gennaio 2008. In tale data è stato disposto il trasferimento di Luigi De Magistris da Catanzaro e dalle funzioni di pubblico ministero: si tratta di una pena accessoria rispetto alla condanna principale di censura. La notizia è giunta, tra l'altro, il giorno seguente alle dimissioni del ministro Mastella.
De Magistris, contemporaneamente, è stato assolto dall'accusa di non aver adottato le misure necessarie per impedire la "fuga di notizie" sull'inchiesta Why Not e da quella di aver avuto "rapporti disinvolti" con la stampa.
Il provvedimento non è immediatamente operativo, quindi sarà subordinato alla pronuncia definitiva da parte delle sezioni unite civili della Corte di Cassazione, di fronte alle quali il pm potrà richiedere l'impugnazione del verdetto del CSM.
Interrogazioni parlamentari Dal 2003 è oggetto di interrogazioni parlamentari che ne sostenevano l'incompatibilità ambientale e ne chiedevano l'allontanamento da Catanzaro. In una di queste interrogazioni[5] l'allora senatore di Alleanza Nazionale Ettore Bucciero ha chiesto e ottenuto - nel gennaio 2006 - un'ispezione ministeriale a carico del PM; provvedimenti avvenuti in concomitanza con due delle sue indagini, Poseidon e Why Not (entrambe sottrattegli), in cui stava indagando su personaggi politici di spicco, mafia e massoneria.
L'attività del dottor De Magistris si è scontrata più volte con il mondo politico[6] e parte della stampa ha sottolineato che da parte degli organi di potere vi sono stati tentativi di fermare le sue inchieste, mentre altri giornali hanno invece criticato più o meno aspramente il suo operato.
Sul tema, molto controverso, sono state presentate anche interrogazioni parlamentari favorevoli al magistrato, dal deputato Falomi di Rifondazione Comunista con risposta del sottosegretario Li Gotti[7] in appoggio a Luigi De Magistris.[8]
Ingresso in politica Luigi de MagistrisIl 17 marzo del 2009, con un post sul blog di Antonio Di Pietro, Luigi De Magistris annuncia il suo ingresso in politica. Si unirà all'Italia Dei Valori per le elezioni Europee del 2009, lasciando, così:
« un lavoro al quale ho dedicato quindici anni della mia vita e che è stato il mio sogno, come ha detto qualcuno, la missione di questi anni. [9] »
De Magistris rammenta di essere "stato in qualche modo ostacolato" nelle attività di Pubblico Ministero:
« che non mi è più possibile esercitare da alcuni mesi. Quello che ancora mi inquieta di più, in questo momento storico, è l'attività di delegittimazione, di ostacolo e di attacco nei miei confronti e della mia professione, e nei confronti di tutti coloro che hanno cercato, in questi mesi, in queste settimane e in questi anni di accertare i fatti. Da ultimo, quello che è accaduto ai magistrati di Salerno che sono stati o sospesi o esiliati in altre parti del territorio nazionale.[9] »
La scelta di De Magistris di impegnarsi in politica ha lasciato perplesso Aldo Pecora, leader di Ammazzateci tutti, movimento che fino ad allora lo aveva sempre sostenuto.[10][11]
Luigi De Magistris è stato eletto al Parlamento di Strasburgo durante la tornata europea del 6 e 7 giugno 2009 risultando il più votato d'Italia, dopo Silvio Berlusconi, con 415.646 preferenze. In data 20 luglio 2009 è stato eletto presidente della commissione del Parlamento Europeo preposta al controllo del bilancio comunitario.
In occasione dell'anniversario della scomparsa di Enrico Berlinguer, l'ex PM ha più volte mostrato apprezzamenti verso lo stesso, riconoscendosi nei valori e negli ideali portati avanti dall'allora esponente del Partito Comunista Italiano. Ha anche affermato di essere stato un elettore del PCI.[12]
Nonostante avesse dichiarato che una volta eletto avrebbe abbandonato l'attività di magistrato per dedicarsi completamente alla politica, ha chiesto ed ottenuto d'essere messo in aspettativa dal Consiglio Superiore della Magistratura, che gli ha concesso questo provvedimento in data 29 luglio 2009[13], suscitando anche critiche in ambienti vicini alla destra [14].
Luigi de Magistris si è dimesso dalla Magistratura il 19 novembre 2009, poco dopo l'insediamento al Parlamento Europeo.[15][16]
Pubblicazioni Giustizia e potere; a cura di Sergio Nazzaro, Roma, Editori riuniti, 2009 - ISBN 9788861900721.
Assalto al pm: storia di un cattivo magistrato; prefazione di Marco Travaglio, Milano, Chiarelettere, 2010 - ISBN 9788861900721.
