

Solo con la ricerca si salva l'ambiente
Come ogni tematica strategica l'ambiente richiede un approccio interdisciplinare di base ed applicativo. Oltre 40 Organi di ricerca del CNR e più di 600 ricercatori si occupano del nostro patrimonio naturale.
Rhizostoma pulmo, medusa
(Foto Stazione Zoologica "Anton Dohrn"
Dalla costituzione della Commissione per la Conservazione della Natura e delle sue Risorse, istituita dal CNR nel 1951, alla nascita del Comitato Nazionale di Consulenza per le Scienze e le Tecnologie dell'Ambiente e dell'Habitat, avvenuta nel 1988, sono passati all'incirca 40 anni, più della metà dei quali sono serviti per creare una coscienza ambientale, ovvero sensibilizzare il Paese ai problemi dell'ambiente.
Oggi l'ambiente, a livello locale, nazionale, mondiale, condiziona pesantemente la vita del singolo e della collettività e l'impegno scientifico dei Paesi. Salute, qualità della vita (dall'alimentazione alla produzione di energia), salvaguardia del patrimonio naturale dipendono anche dalla protezione dell'ambiente, che richiede massicci interventi in ricerca in tutti e tre i comparti che lo compongono, acqua, aria, suolo. In ciascuno di essi operano da anni importanti Organi di ricerca del CNR, tra cui l'Istituto per l'Inquinamento Atmosferico (Montelibretti), l'Istituto di Ricerca sulle Acque (Roma) e l'Istituto di Idrobiologia (Pallanza, Novara). Come ogni tematica strategica, e forse più di ogni altra, l'ambiente richiede un approccio interdisciplinare, sia di base sia applicativo, nei suoi diversi aspetti: chimico, fisico, geologico, agrario, biomedico, giuridico, d'ingegneria ed architettura.
Negli ultimi trent'anni in particolar modo si è andato ampliando l'interesse del nostro Ente per l'ambiente: oggi lavorano in questo ambito oltre 40 Organi di ricerca, sparsi su tutto il territorio nazionale, dove operano più di 600 ricercatori, per non parlare dei vari Progetti Finalizzati che dal 1976 ad oggi hanno svolto tematiche interdisciplinari di ricerca ambientale assai complesse, come "promozione della qualità dell'ambiente", "oceanografia e fondi marini", "conservazione del suolo", "energetica" e "geodinamica", o Progetti Strategici come "Arno", "Everest-K2-CNR", o quello sull'inquinamento delle aree metropolitane svolto in tre diverse città d'Italia, o il progetto di ricerca per la salvaguardia di Venezia o l' "Attività di ricerca e sperimentazione in mare Adriatico", in convenzione con il MURST, per addivenire ad una corretta politica ambientale e per il governo dell'ecosistema adriatico. Di particolare impatto l'attività scientifica del CNR in accordo con il dipartimento della protezione civile, attraverso i Gruppi per la Difesa dai Terremoti, per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche e dal Rischio Vulcanico, che hanno visto gli esperti dell'Ente sempre in prima linea con un ruolo determinante negli eventi catastrofici che hanno segnato la vita del Paese negli ultimi anni, come per esempio, l'eruzione dell'Etna, la frana in Valtellina, il terremoto in Irpinia.
Si tratta di una lunghissima lista di azioni di ricerca e di interventi cui va aggiunto l'impegno dell'Ente in ambito europeo con i progetti comunitari di Eureka (Euromar, sull'inquinamento marino, e Eurotrac, sulle deposizioni acide) e le varie "azioni COST", relative a studi sull'inquinamento atmosferico e sui microinquinanti acquatici.
Ormai dal 1985 il CNR partecipa con l'ENEA al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide investito del coordinamento scientifico, e da un tempo più recente a studi ambientali in Artico, dove da poco più di un anno è stata aperta dal CNR una base di lavoro nella Stazione scientifica internazionale di Ny Ålesund, nelle Isole Svalbard.
Il Comitato per l'Ambiente e per l'Habitat, nato appunto dieci anni or sono per raccogliere ed utilizzare al meglio i frutti delle esperienze di ricerca accumulate dall'Ente nel settore, si è trovato, secondo la tradizione vocazionale dell'Ente, a dover abbracciare globalmente le problematiche scientifiche ambientali del Paese che però richiedono notevoli risorse. Attualmente, come tutto il mondo della ricerca pubblica, si vede costretto a fare delle scelte, difficili ma doverose, onde evitare dispersione di risorse. Pertanto, di conseguenza, per quest'ultimo periodo, sono stati selezionati alcuni problemi chiave che richiedono un approfondimento di conoscenze che, opportunamente trasferite alle amministrazioni competenti, possono concorrere ad una oculata gestione della risorsa ambientale. I temi selezionati riguardano l'uso del suolo e delle risorse idriche, il trattamento dei rifiuti tossici e nocivi, le condizioni ambientali nelle zone metropolitane, il trattamento di reflui, dei rifiuti solidi e la potabilizzazione delle acque, i sistemi di monitoraggio e di allarme contro le catastrofi naturali, l'assetto del territorio e la gestione degli ecosistemi forestali, nonché i criteri sociali, economici e giuridici per la protezione ambientale. Le reali risorse strutturali che il CNR oggi possiede agiscono sinergicamente in progetti nazionali ed internazionali. Per il mare, in particolare, gli Organi afferenti vanno a confluire nell'Istituto Nazionale di Coordinamento per le Scienze del Mare, recentemente costituito per raccogliere lo spettro delle varie competenze, proporre un piano di ricerca pluriennale allo scopo di promuovere lo scambio di informazioni, evitare sovrapposizioni, favorire sinergie e agganciarsi alle principali iniziative nazionali e internazionali che riguardino sia la conoscenza del mare sia le tecnologie relative. A questo fine il CNR dispone di una modernissima nave oceanografica (l'"Urania"), di una flotta minore e di una piattaforma oceanografica per l'acqua alta ancorata al largo del Lido di Venezia.
A supporto degli studi ambientali, il CNR ha avviato ormai dal 1994 il progetto per il telerilevamento "LARA" (Laboratorio Aereo per Ricerche Ambientali), che provvede all'acquisizione di dati telerilevati da piattaforma aerea (CASA-212 serie 200), equipaggiato con apparato iperspettrale che opera ad alta risoluzione spaziale. Il LARA costituisce quanto di meglio è disponibile in Europa per l'osservazione spettrale da piattaforma aerea.